#12 - KILLER INSTINCT 1 di 4: UNDER SOSPICIOUS

by Pablo

 

Riassunto: durante la crisi chiamata Inferno2, Frank Castle ha liberato la sua famiglia creduta morta dal giogo dei demoni, ed è tornato ad avere una vita apparentemente normale. Nel frattempo un serial killer armato di fucile di precisione si aggira per la città, mentre padre Peter e Kenny McRoland, per motivi diversi, voglio rintracciare il Punitore.

Dal Daily Bugle: "C'è un nuovo serial killer in città. Secondo voci molto ben informate all'interno della procura distrettuale, gli omicidi Dalgado e Torelli hanno un minimo comun denominatore: la stessa arma del delitto, ovvero un fucile di precisione modello arrett 'Light Fifty' M82A1. Gli investigatori stanno effettuando indagini sulle vite delle due vittime, alla ricerca di un altro punto in comune che permetta loro di risalire all'assassino, anche se la strada sembra in salita."

Procura distrettuale.
Il procuratore Connie Ferrari era molto nervosa: i due omicidi avvenuti per mano di uno squilibrato armato di fucile di precisione le avevano tolto il sonno più di tutti gli ultimi casi o della crisi scatenata dai demoni. Entrò nel suo ufficio agitata, e si ritrovò di fronte a se il detective Sommerset.
- Capitano. - disse mentre si sedeva.
- Signor procuratore, è un piacere rivederla. - rispose di rimando l'altro.
- A che punto sono le indagini?
Il detective, un uomo di colore di quasi sessant’anni, dagli occhi scavati e dal volto pieno di rughe, con un pizzetto leggermente brizzolato, scosse il capo.
- Signore, niente di niente, nessun dato, nessun legame, due perfetti sconosciuti.
- Impossibile!
- E' così, siamo risaliti fino alle scuole materne, ma non c'è nulla che accomuni le due vittime, e quindi...
- ...e quindi è impossibile stabilire chi sia il serial killer.
L'uomo chinò il capo.
- E' una mosca cieca, un nascondino senza sapere chi partecipa.
Connie sospirò.
- Io temo che ci saranno altre vittime, dobbiamo sbrigarci, battere tutte le strade.
- Signore.
- Che c'è detective Sommerset?
- Io tra 7 giorni vado in pensione, non sono il più adatto a gestire un simile caso. Dio solo sa quanto vorrei portarlo a termine entro questa ultima mia settimana, ma nel caso non ce la facessi un altro dovrebbe ripartire da zero.
Connie sorrise.
- Non si preoccupi, ho pensato anche a questo. Ad attenderla qui fuori c'è il detective Mills; l'affiancherà e prenderà le redini dell'indagine quando lei avrà deciso di godersi il meritato riposo.
Si alzò in piedi e gli porse la mano.
- Buon lavoro, detective Sommerset.
Il detective si alzò e gliela strinse.
- Grazie signore.
Si avviò verso la porta e trovò ad attenderlo fuori un ragazzo, sui trent’anni, dai capelli biondi e corti e dal pizzetto curato.
- Sono il detective Mills, piacere di conoscerla detective Sommerset.
Gli porse la mano sorridendo, e l'altro rispose stringendogliela energicamente.
- Chiamami William. - disse.
- E tu chiamami David. - rispose il giovane, mentre i due si incamminarono verso l'uscita.
- Hai già letto il dossier?
- Si, sembra una battaglia navale, ma con una nave di un quadrato e dieci milioni di caselle. Praticamente impossibile colpirla.
- Bella metafora, insegnano questo adesso nelle scuole di polizia?
- Le metafore intendi?
- No, a giocare a battaglia navale.
Sommerset strizzò l'occhio, e i due scoppiarono a ridere.
- Allora, te la sarai fatta un'idea?
- Beh, si.
- Sentiamola.
- E' bislacca.
Sommerset si fermò.
- Bislacco è un serial killer che, apparentemente, non ha un motivo per uccidere. Quindi a questo punto, datti da fare nel dire la tua.

Il bagno era saturo di vapore caldo e tonificante. Frank Castle afferrò il rasoio, pronto a radersi, e guardò verso lo specchio, completamente appannato. Con la mano lo ripulì, ma vide qualcosa alle sue spalle che lo fermò nell'atto di ripulirsi il volto.
- Sapevo che sareste tornati. - disse.
- Sai che hai ancora una missione da compiere per noi.
- Dov'è?
- Precisamente non lo sappiamo, ma sappiamo che si trova da qualche parte nel New Jersey. Abbiamo sentito l'aura del nostro fratello.
- Il New Jersey è grande.
- Prima o poi lo troverai, confidiamo in te.
I due troni svanirono, lasciando da solo Frank, che diede un pugno secco allo specchio, rompendolo.
Dopo dieci minuti uscì dal bagno, con indosso la maglia col teschio bianco. La moglie lo fissò allarmato.
- Dove vai?
- Devo estinguere un debito. - le diede un bacio, poi fece lo stesso con i due bambini - Non temete, tornerò presto.
Uscì dalla casa, chiudendo lentamente la porta e lasciando la moglie in lacrime.

Mills afferrò la cartina da dentro il portaoggetti laterale della macchina di Sommerset e l'aprì.
- Primo omicidio, Brooklyn.
- Si.
- Secondo omicidio, Manhattan.
- Mmmm... si.
- Ora, se fossi il serial killer e fossi leggermente furbo, non andrei in queste zone, sicuramente più pattugliate, e non lo dico io, lo dicono i media, ma mi sposterei.
- Dove?
- Io ho individuato due zone. Chiariamoci, è tutta teoria e potrebbe benissimo andare a farsi friggere, ma perchè non rischiare?
- Che zone?
- Westchester e New Jersey.
- Cosa proponi?
- Due squadre. Io a New Jersey e tu a Westchester, a fare la ronda di quartiere... e a pregare che non succeda a Soho.
Sommerset sorrise.
- Si può fare. Andiamo in centrale e organizziamoci meglio.

New Jersey, un paio di ore dopo.
Frank entrò nel palazzo in costruzione, forzando una porticina laterale. Salì i primi due piani, andandosi ad appostare su un balconcino posizionato lungo un imbocco della superstrada. Si accucciò e aprì il borsone, tirandone fuori un fucile da cecchino completamente smontato. Con perizia e rapidità lo montò, sistemò il mirino e si apposto in una zona coperta del balconcino.
"E' una cosa stupida" pensò "ma è l'unica cosa che posso fare adesso, stare qui e sperare che McRoland passi di qui." si toccò le tempie, massaggiandosele "Altrimenti domani andrò ad interrogare qualche buon informatore."
Si sdraiò e si mise ad osservare dal mirino il raccordo, mentre con una mano, a tentoni, cercava e trovava un sandwich da dentro la borsa.

Il detective Mills guidò l'auto lungo le stradine del New Jersey. Era teso e preoccupato, la faccenda del cecchino serial killer poteva raggiungere proporzioni immani se non si scopriva che relazioni c'erano tra gli assassinati, e quindi cosa legava a loro l'assassino.
Stava girando a vuoto, insieme ad altri tre uomini, da circa tre ore, senza arrivare a niente, e anche Sommerset era nella stessa melma. Era un metodo un po’ stupido, si convinse, ma quando tutti i possessori ufficiali di quel tipo di arma non possono essere collegati ai delitti, e quando non c'è collegamento tra i delitti a parte l'arma, ti rimane solo una cosa: la fortuna.
- Signore, ecco l'imbocco della superstrada. - disse il poliziotto al suo fianco.
Il detective sembrò scuotersi.
- Ok, si, torniamo a casa.
Si accodò ad una Ford di piccola cilindrata davanti a lui, risalendo la breve bretella, quando questa sbandò vistosamente, andando a porsi di traverso sulla piccola corsia. Mills frenò, riuscendo a non urtarla, ma non riuscì ad impedire all'auto di dietro di tamponarlo.
- Ma che diavolo! - uscì imprecando, mentre afferrava la pistola dalla fondina.
Si avvicinò con cautela alla Ford.
- Amico, tutto bene?
Il finestrino era aperto e il corpo accasciato sul sedile. Gli afferrò lentamente il capo, vedendo per la prima volta l'enorme squarcio sul capo, circondato da un fiore rosso sangue.
- PORCA PUTTANA! - urlò - TUTTI A TERRA, C'E' IL CECCHINO!!!!

Frank si destò come da un torpore al sentire lo stridio delle gomme.
Si era addormentato? Sarebbe incredibile, pensò tra se e se. Riprese ad osservare dal mirino del fucile e vide una macchina ferma di fianco sulla corsia d'ingresso alla superstrada. Dall'auto ferma subito dietro vide un uscire un uomo con una pistola, che si avvicinò alla macchina, si affacciò al finestrino e si girò allarmato verso gli altri, che si abbassarono.
A lui arrivò solo una parola: cecchino.

Il detective Mills si guardò attorno, e inquadrò due punti da cui il cecchino poteva essersi posizionato: un palazzo in costruzione all'angolo opposto, oppure dal parcheggio che affiancava la bretella.
- Smithson, - urlò - tu e Gerber andata al parcheggio. Natchilachis, vieni con me!
I due corsero verso il palazzo in costruzione.

Frank smontò rapidamente il fucile, infilandolo nel borsone.
Qualcosa era andato storto, c'era stato un omicidio, forse il misterioso cecchino, che ha già mietuto due vittime nello stato. Vide il giovane poliziotto, era sicuro che lo era, dare degli ordini agli altri, per poi correre con un collega nella sua direzione. I suoi gesti si fecero più rapidi, ma non per questo meno precisi. Chiuse il borsone e si infilò rapidamente dentro il palazzo.

- Vai sul retro del cantiere, io vado dall'ingresso dei camion. - ordinò Mills al poliziotto.
Questi ubbidì, infilandosi nel vicoletto alla sua destra, mentre il detective entrò dall'ingresso più grande. Si avvicinò al muro e vi sbirciò dentro, poi vi entrò con la pistola spianata. Nessuno.
Mentalmente imprecò, sia per la fortuna, il cecchino era veramente dove pensava potesse esserci, che per la sfortuna, visto che la sua cattura non sembrava una cosa semplice.

Frank uscì come un treno dall' ingresso posteriore, per ritrovarsi davanti a se un poliziotto tremante che gli puntava una pistola contro.
- F-fermo. - disse.
Frank sorrise: la sua nomea incuteva ancora terrore, e soprattutto il suo teschio bianco faceva si che le potenziali minacce non mirassero quasi mai alla testa.
Con un gesto che il poliziotto forse nemmeno vide, il Punitore diede un calcio alla mano che impugnava l'arma, che balzò via, ma purtroppo fece anche partire un colpo. Doveva essere più veloce, pensò, altrimenti si sarebbe trovato circondato.
Un pugno, un bel montante destro, fece balzare via il poliziotto facendogli perdere i sensi. Ora doveva scappare.

Mills sentì il colpo di pistola e cominciò a correre verso l'uscita sul retro, attraversando con rapide falcate gli enormi stanzoni che avrebbero ospitato garage, negozi e uffici. In meno di dieci secondi era sul luogo dove doveva trovarsi il poliziotto che era con lui, e infatti lo trovò a terra apparentemente privo di sensi. Alzò la pistola verso il vicolo, puntandola su una figura umana chiaramente in fuga.
- FERMO!
La figura si fermò, poi lentamente si girò con in mano una pistola e sparò. Mills si reinfilò istintivamente nell'edificio, ma il colpo andò abbondantemente fuori mira, andando a colpire il muro dall'altro lato. Quando si riaffacciò, lui era scomparso del tutto.
Si chinò per verificare le condizioni di Natchilachis, e fece un sospiro di sollievo quando scoprì che era solo svenuto. Poi focalizzò la sua mente sull'uomo che gli aveva sparato, sui dettagli, e si chiese perchè il Punitore fosse diventato un normale assassino.

Un'oretta dopo il capitano Sommerset arrivò sul luogo del delitto.
- Era il Punitore? - chiese a bruciapelo a Mills.
- Io non l'ho visto bene in volto, ho solo visto di sfuggita il teschio bianco, ma Natchilachis dice di averlo riconosciuto.
- Hai sentito Laviano e Witts?
- Quelli del primo caso? Si, ma sono rimasti di sasso anche loro, tutto ciò non appartiene al modus operandi del Punitore.
- Chi è la vittima?
- Un insegnante di liceo. Incensurato, ovviamente.
- Ovviamente. A meno che Frank Castle non abbia sbagliato mira, e il suo obbiettivo fosse un altro.
- No, l'arma è la stessa.
- Allora il Punitore è impazzito! - sentenziò Sommerset.
- Cosa facciamo?
- Andiamo in centrale, penseremo a qualcosa da fare. Convochiamo anche Laviano e Witts, potrebbero aiutarci. - poi fissò il suo collega con un mezzo sorriso - Meno male che non c'ero.
- Perchè?
- Sono troppo vecchio per certe cose!
Mills scoppiò a ridere, allontanandosi verso la macchina.

Frank Castle parcheggiò in un autosilo sotterraneo, fermò il motore e appoggiò la testa sul volante. Era successo qualcosa di grave, lo sentiva, e si chiedeva se ne era in qualche modo responsabile. Prima di vedere la macchina di traverso si era risvegliato da una sorta di torpore. E se avesse ucciso lui la persona nella macchina? E se avesse ucciso anche gli altri due? Si chiese se per caso il Regno avesse un nuovo metodo per influire sui suoi comportamenti, oppure se dall'Inferno non avesse portato con se qualcosa di estraneo che prendeva sporadicamente il controllo del suo corpo e della sua mente.
Scacciò questi pensieri con un secco gesto della mano, afferrò il borsone e uscì dall'auto, rigorosamente rubata, e si diresse verso l'ascensore.

Dal sito nycnews.com: "Il serial killer cecchino ha mietuto un altra vittima, Jonas Karlowiz, 34 anni, insegnante di liceo. L'uomo è stato ucciso mentre era alla guida della sua auto, nel New Jersey. Ma la novità più importante, e che, stando a fonti non ufficiali, l'assassino ha un volto, ed è un volto noto a tutti i newyorkesi: si tratta di Frank Castle, meglio conosciuto come il Punitore, killer di criminali, che adesso pare si sia dato alla gente comune. Per saperne di più sul Puntiore, sulla sua carriera, sulla sua fedina penale e sul suo passato cliccate qui."

Note:KILLER INSTINCT entra nel vivo, con un episodio ricco di diverse citazioni, che vi lascio il piacere di scoprire. Non ho altro da aggiungere se non che Laviano e Witts sono i detective che hanno indagato su Frank Castle la prima volta, e ringrazio Carlo Monni che mi ha rifilato un pò di info su questi personaggi, che presto saranno usati. Vi attendo al prossimo episodio per sapere se è Frank Castle o no l'omicida seriale.